Nell'edizione venticinque del Bellaria Film Festival, che aprirà i battenti domani, si potranno visionare due autentici pezzi da novanta del cinema documentario contemporaneo. Inseriti dal direttore del festival, Fabrizio Grosoli, nel Concorso Anteprima doc. Tramas di Augusto Contento e Terrorista di Cesar Meneghetti rappresentano un esempio di rara elaborazione teorica della macchina cinema su temi politici urgenti della contemporaneità. Da un lato l'opera di Contento esplora la vita di alcuni abitanti comuni di San Paolo del Brasile, metropoli da oltre undici milioni di abitanti; dall'altro Meneghetti rintraccia in mezzo alla marea umana della città brasiliana Percy Sampaio Camargo, un ipotetico ex terrorista degli anni '70 che oggi insegna odontoiatria agli Indios dell'Amazzonia. Sguardi italiani che fuggono dal suolo del nostro paese per andare a scovare linee armoniche, luci ed ombre di un reale straniero sempre più composito, eterogeneo e per questo sfuggente. Sarà perché in Italia tutto viene reso burla o boomerang elettorale, Contento e Meneghetti (che non hanno nulla in comune produttivamente e nemmeno si conoscono) hanno cercato di ritrarre con l'obiettivo della loro macchina da presa, l'identità antropologica frammentata e sfrangiata della magmatica società brasiliana di oggi. In Tramas seguiamo la spirale delle figure principali (Sergio l'architetto, Alda la domestica, Silvia la studentessa, De Antiga il rapper, ecc..) nei mille dedali urbani della giornata passata a prepararsi e a raggiungere il luogo di lavoro. Contento modula il suo scenario tra estremo realismo (lo sfondo di ogni ripresa è spesso l'autobus, la metro, i taxi e le strade piene di pozzanghere) e una tessitura della visione che gioca sulle prospettive dentro ad ogni singola inquadratura (c'è come un gioco infinito di specchi nelle case dei protagonisti dove si riflettono e agiscono tutti). Si crea una vertigine espressiva che mescola contraddizioni esistenziali, dialettica tra bianchi e neri, infinita possibilità di creare meticciati sociali di convivenza comune senza barriere di classe. « Tramas è un musical thriller raccontato in forma documentaristica, una riproduzione dello spazio metropolitano in quanto trama indecifrabile, che modella, spesso piega i destini degli uomini», afferma Contento, «i suoi protagonisti sono dieci paulistani differenti per età, sesso, classe sociale e background culturale, le cui vite si confondono e riflettono l'una con l'altra rivelando una visione che prescinde dalle parole e dagli intrighi lineari della storia».
Cesar Meneghetti, che in coppia con Elisabetta Pandimiglio ha girato importanti corti documentari come La zappaterra e Sogni di cuoio , recupera un'immagine della sua memoria di bimbo e ridona giustizia al signor Percy Sampaio, medico ribelle contro la dittatura brasiliana della seconda metà degli anni '60. La fuga kafkiana di Sampaio è il nucleo contenutistico di Terrorista . Perché la necessità è spiegare, facendo parlare il signore oramai anziano e canuto, il fraintendimento di cui questo rivoluzionario è stato vittima e l'ha portato ad un esilio forzato di dieci anni (è del '79 l'amnistia per reati politici). «La storia della dittatura in Brasile, come delle fazioni che l'hanno combattuta, non è mai stata molto chiara: si è perfino arrivati a negare l'esistenza di un piano Condor messo in atto dagli Stati Uniti», sostiene Meneghetti, «Sampaio è un idealista pazzo e meraviglioso che è stato incolpato dalla giunta militare del generale Medici senza aver commesso alcun reato. E' scappato, è stato inseguito e infine amnistiato, ma nessuno lo ha mai risarcito. Dagli anni '80 si è dato prima alla politica assieme a Lula, poi disgustato del sistema, si è messo a prestare cure dentistiche agli Indios. Raccontando la sua storia ho voluto agganciarmi all'odierno concetto di guerra preventiva: basta pensare in modo anticonformista, diversamente dalla realtà dominante e diventi un terrorista. E' l'industria della paura che, allora come oggi, indica l'altro solo come tuo nemico e la società si lacera e riempie di valori invertiti e pervertiti».
DAVIDE TURRINI
LIBERAZIONE pg.15